
16 Lug Dimostrati effetti cancerogeni dell’esposizione al glifosato
Dimostrati effetti cancerogeni dell’esposizione al glifosato
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Gli erbicidi a base di glifosato (GBH) sono gli agenti di controllo delle infestanti più utilizzati al mondo. Le preoccupazioni per la salute pubblica sono aumentate da quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo nel 2015. Per studiare ulteriormente gli effetti sulla salute del glifosato e dei GBH, l’Istituto Ramazzini ha lanciato il Global Glyphosate Study (GGS), progettato per testare un’ampia gamma di risultati tossicologici. Di seguito sono riportati i risultati del braccio di cancerogenicità del GGS.
Metodi: Il glifosato e due GBH, Roundup Bioflow utilizzato nell’Unione Europea (UE) e RangerPro utilizzato negli Stati Uniti, sono stati somministrati a ratti Sprague-Dawley (SD) maschi e femmine, a partire dal sesto giorno gestazionale (tramite esposizione materna) fino a 104 settimane di età. Il glifosato è stato somministrato attraverso l’acqua potabile a tre dosi: la dose giornaliera ammissibile (DGA) dell’UE di 0,5 mg/kg di peso corporeo/giorno, 5 mg/kg di peso corporeo/giorno e il livello UE senza effetti avversi osservati (NOAEL) di 50 mg/kg di peso corporeo/giorno. Le due formulazioni di GBH sono state somministrate alle stesse dosi equivalenti di glifosato.
Risultati: In tutti e 3 i gruppi di trattamento, sono state osservate tendenze di aumento dose-correlate statisticamente significative o un aumento dell’incidenza di tumori benigni e maligni in più siti anatomici rispetto ai controlli storici e concomitanti. Questi tumori sono insorti nei tessuti emolinforeticolari (leucemia), nella pelle, nel fegato, nella tiroide, nel sistema nervoso, nell’ovaio, nella ghiandola mammaria, nelle ghiandole surrenali, nei reni, nella vescica urinaria, nelle ossa, nel pancreas endocrino, nell’utero e nella milza (emangiosarcoma). L’aumento dell’incidenza si è verificato in entrambi i sessi. La maggior parte di questi ha coinvolto tumori rari nei ratti SD (incidenza di base < 1%), con il 40% dei decessi per leucemie nei gruppi trattati che si sono verificati prima delle 52 settimane di età e un aumento dei decessi precoci è stato osservato anche per altri tumori solidi.
Conclusioni: Il glifosato e i GBHs a livelli di esposizione corrispondenti alla DGA UE e al NOAEL UE hanno causato aumenti dose-correlati dell’incidenza di tumori multipli benigni e maligni nei ratti SD di entrambi i sessi. L’esordio precoce e la mortalità sono stati osservati per tumori multipli. Questi risultati forniscono solide prove a sostegno della conclusione della IARC secondo cui vi sono “prove sufficienti di cancerogenicità [del glifosato] negli animali da esperimento”. Inoltre, i nostri dati sono coerenti con le prove epidemiologiche sulla cancerogenicità del glifosato e dei GBHs.
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