Mediterranea, Macromediterranea, Planeterranea.

Mediterranea, Macromediterranea, Planeterranea.

Mediterranea, MacroMediterranea, Planeterranea, sono tutte diete ma facciamo chiarezza.

Mediterranea

Della dieta Mediterranea ne abbiamo già parlato diverse volte (dedichiamo una sezione del nostro Blog sulla dieta mediterranea) e diciamo che è la dieta che gli Italiani già conoscono, anche se talvolta rischiamo di credere di mangiare Mediterraneo invece influenzati dalle nuove tendenze ed abitudini ci discostiamo in modo importante. Dieta Mediterranea solo un bel ricordo?

Per semplificare al massimo la dieta Mediterranea corrisponde alla dieta dei nostri nonni: molte verdure, cereali non particolarmente raffinati (pane , pasta ecc..), legumi, pesce, olio di oliva, poche volte  carne, raramente zucchero e dolci.

MacroMediterranea

Dott. Franco Berrino

La cucina MacroMediterranea è un neologismo che si rifà a un termine sempre più usato in ambito scientifico: mediterrasian diet, che si riferisce all’integrazione di dieta mediterranea e asiatica, in pratica una fusione delle diete dei popoli più longevi al mondo ( Italia, Grecia e Giappone).

Cosa mangiare per stare bene e vivere più a lungo?

Come non citare la risposta del Dott. Franco Berrino su questa domanda?

«I grandi studi prospettici condotti in Europa e negli Stati Uniti, che hanno reclutato centinaia di migliaia di volontari e li seguono nel tempo per valutare le differenze di abitudini alimentari fra chi si ammala e chi no  hanno dimostrato che una dieta ricca di cereali integrali, legumi, semi oleaginosi, verdure e frutta è associata a un minor rischio di infarto, di cancro, di malattie croniche dell’apparato respiratorio, del sistema nervoso, dell’apparato digestivo e del sistema immunitario; è associata anche a un minor rischio di sviluppare varie patologie quali diabete, malattie cardiocircolatorie (in particolare ictus), tumori».

Planeterranea

Prof.ssa Annamaria Colao

Nuova parola e nuova dieta?

Il battesimo di questa nuova parola è stata recentemente coniata da ricercatori italiani prima sulla rivista Journal of Translational Medicine e poi anche su Nature.

Ci può aiutare a capire meglio,  Annamaria Colao, professoressa di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli e titolare della Cattedra UNESCO sull’educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile.

«La dieta Mediterranea, patrimonio Unesco a partire dal 2010, rappresenta la migliore soluzione per proteggere la salute dalle malattie croniche non trasmissibili come tumori, malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Chi vive nelle aree urbane, purtroppo, presenta spesso una scarsa qualità della dieta con abuso di alimenti ultraprocessati e ad alto indice glicemico, ricchi di zuccheri e grassi che predispongono a vere e proprie epidemie di obesità, malattie metaboliche, come il diabete, ed eventi cardiovascolari. Con una dieta Planeterranea ben calibrata si possono sfruttare le medesime caratteristiche benefiche date dalla stessa dieta Mediterranea».

«Pensiamo alla cultura alimentare propria dell’America LatinaCi sono prodotti locali come l’avocado, la papaya, le banane verdi o le bacche di andaçaí che possono rientrare a pieno titolo nell’idea di una dieta mediterranea. Rappresentano, infatti, buone fonti di acidi grassi monoinsaturimicronutrienti e polifenoli».

In estrema sintesi possiamo dire che la dieta PLANTERRANEA è il modello di dieta Mediterranea applicata in tutti i paesi del mondo, con  le necessarie variazioni date proprio dalle specifiche colture presenti in questi paesi, siamo in fase di lavori in corso perché questi modelli alimentari  sono ai primi passi non sono ancora stati completati.

Dieta non solo salutare ma anche sostenibile

La dieta Mediterranea, inoltre, rappresenta un modello alimentare davvero sostenibile. Si basa, infatti, sul consumo di prodotti freschi, di stagione e a chilometro zero, utilizzando alimenti consumati nello stesso paese in cui vengono prodotti. «Se riuscissimo a compiere l’operazione culturale di esportazione di questo modello anche in altri paesi del mondo, renderemmo l’alimentazione sempre più sostenibile. Se vogliamo preservare il nostro pianeta e le nostre risorse naturali, dobbiamo cominciare a valorizzare quello che ogni paese possiede nel proprio territorio. Le esportazioni non vanno certo demonizzate e qualche prodotto proveniente da altre zone può essere certamente integrato, ma non costituire il fulcro della nostra dieta».

Dobbiamo cominciare a valorizzare quello che ogni paese possiede nel proprio territorio

Come ci piace questa affermazione della proff.ssa Annamaria Colao,  valorizziamo i nostri prodotti locali e la ricchezza delle nostre varietà.

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