Cereali e FAKE NEWS

Cereali e FAKE NEWS

Commento all’intervista di Marina Carcea (presidentessa Aistec) eMassimo Blandino (dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Torino)  pubblicata sul fatto alimentare

“I cereali rappresentano una delle basi dell’alimentazione e per fortuna le produzioni italiane, nella stragrande maggioranza, garantiscono qualità e sicurezza”

 

Grani Antichi sono migliori?

“… ci sono vantaggi e svantaggi da considerare: per esempio, dal punto di vista fitosanitario i prodotti raffinati sono teoricamente più sicuri di quelli integrali. La tecnologia si è evoluta anche per soddisfare bisogni del consumatore, per garantire migliore qualità nutrizionale, salubrità e gusto”.

Quali le problematiche dei cereali?

“In ogni caso quando si parla della presenza di sostanze nocive bisogna valutare la quantità e i livelli di assunzione. Nei prodotti alimentari per consentirne la commercializzazione, le sostanze nocive devono rientrare nei limiti di legge anche se per alcuni contaminanti di origine naturale non si possa garantirne la totale assenza. L’industria alimentare è in grado di gestire queste problematiche con l’applicazione di strategie di prevenzione che partono dal campo, le opportune operazioni di pulizia dei cereali che eliminano parte dei contaminanti e un autocontrollo in tutte le fasi della filiera produttiva”.

L’acrilammide

“L’acrilammide per esempio è presente in diversi alimenti, anche se ci sono strategie per limitarne la formazione, già in parte messe in atto. Però è giusto tenerne conto, e sapere che se si mangia un alimento completamente carbonizzato non fa bene”

Furosina

“Diverse trasmissioni hanno denunciato la presenza di questa sostanza (NDR Furosina) nella pasta, cosa non vera – precisa  la presidente AISTEC – da parte nostra, abbiamo cercato di rispondere con dati validati a questi allarmi ingiustificati che possono mettere in crisi determinati settori produttivi”.

Glifosato

(risponde Massimo Blandino del dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Torino)

“Soprattutto, nel nostro paese ci sono limiti per quanto riguarda l’uso in zone urbane ed extra agricole, e anche in campo può essere utilizzato solo prima della semina, mentre è vietato l’utilizzo per disseccare la coltura a maturazione, unica pratica che può determinare la presenza di residui di questo fitofarmaco nella granella, sebbene anche con queste applicazioni non necessariamente si superano i limiti di legge”.

“sul mercato esistono filiere di pasta e riso a ‘residuo zero’, in grado di garantire la totale assenza di residui di pesticidi nella granella e negli alimenti, pur permettendone l’impiego”

Contaminanti Naturali

“Nel caso del mais, e in misura minore del frumento – spiega Blandino – il problema principale sono le micotossine, mentre per il riso l’attenzione è rivolta al possibile accumulo di metalli pesanti. In questo caso non si tratta di contaminazioni causate dall’uomo, e per limitare la presenza di queste sostanze tossiche, ma di origine naturale. Occorre minimizzarne il potenziale accumulo soprattutto durante la fase di coltivazione, con l’applicazione di strategie agronomiche integrate, dalla scelta varietale agli interventi di lotta diretta. Tuttavia, se gli andamenti metereologici favoriscono lo sviluppo fungino in campo esiste il rischio di superare i limiti di legge”.

Situazione in Italia

L’Italia è comunque uno dei paesi dove i controlli sulle micotossine sono più attenti: “Innovative tecniche di pulitura consentono di ridurne significativamente le concentrazioni”

“per esempio – sottolinea Blandino – il principale rischio sanitario nei cereali è rappresentato dalle micotossine, e l’agricoltura biologica ha meno strumenti per garantirne il controllo nelle annate più critiche, e anche i sistemi di macinazione tradizionali a pietra sono più difficili da gestire in termini di sanità delle farine.”

LINK ad Articolo del Fatto Alimentare

 

Nostro commento: 

Dal titolo altisonante dell’articolo, si sperava in qualche squarcio d’illuminazione, ci sembrano invece tutte considerazioni deludenti,  banali e cerchiobottiste.

In particolare da una parte un discorso rassicurante sulla sicurezza alimentare in Italia  e ci mancherebbe altro, d’altra parte un confondere i limiti di legge di un contaminante con aspetto salutistico.

Da un punto di vista legale e commerciale è noto che se si rientra nei limiti di legge non si sono problemi ne legali ne commerciali, ma questi limiti non garantiscono una assoluta sicurezza alimentare, perché nel tempo questi limiti variano, sono già variati e varieranno ancora.

Ma se una data concentrazione di contaminante può provocare nella realtà dei danni, anche se difficilmente dimostrabile la correlazione, la difficolta nel dimostrarli non esula dal danno causato.

Se la terra gira intorno al Sole e questa affermazione è VERA , anche se sono nel medioevo e non riesco a dimostrarlo, questo non significa che in realtà la terra non continui a girare attorno al sole.

Se respirare polvere d’amianto causa un tumore ai polmoni, questo oggi è noto, ma il danno succedeva anche quando tutta Italia era invasa da tetti di Amianto e nessuno o meglio pochi sapevano che c’era una correlazione tra l’esposizione all’amianto e il tumore, sono stati necessari diversi anni e diversi morti prima che questo fatto diventasse evidente.

In Italia è vietato irrorare di Glifosato la granella di frumento per dissecare la cultura appena prima del raccolto, ma in USA e Canada è permesso dalla legge! Questo significa che legale corrisponde perfettamente a salutare?

Se in Italia è vietato dissecare la granella di frumento con il Glifosato, poi perché si può acquistare e consumare il grano prodotto con questo metodo?

Nell’intervista non compare mezza parola sulle farine integrali e nessun commento positivo su chi cerca di produrre prodotti di maggiore qualità salutistica e ambientale (biologico).

 

 

 

 

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